La
valutazione neuropsicologica si articola in una
serie di passaggi:
1) La raccolta dei dati anamnestici; 2)
L’osservazione e colloquio con il paziente;
3) I colloqui con i
familiari;
4)Lavalutazione formale: somministrazione dei test
standardizzati.
Tutte queste informazioni sono necessarie a
stabilire se i valori ottenuti sono adeguati, per l’età ed il
grado di istruzione del paziente, oppure se sono presenti alcune
prestazioni al di sotto della norma, che sottendono alla
formulazione dell’ipotesi diagnostica.
PERCHE’ DOVREI FARE UNO SCREENING DELLE ATTIVITA’ COGNITIVE?
Effettuare
uno screening neuropsicologico è semplice quanto necessario per
valutare lo stato di efficienza mentale della persona e soprattutto
monitore nel tempo queste attività, inoltre consente di stabilire
quando stiamo “invecchiando” in modo proporzionale con la nostra
età anagrafica e quando invece il nostro cervello è più “vecchio”
degli anni che abbiamo.
QUALE E’ L’ETA’ GIUSTA PER EFFETTUARE LO SCREENING?
L’età
di esordio delle malattie neurodegenerative non è precisa e varia a
seconda del tipo di malattia. Vi è una crescente letteratura di
casi descritti con esordio prima dei 60 anni, mentre dopo i 65 la
probabilità di essere colpiti da demenza raddoppia circa ogni 5
anni. Per cui è consigliabile effettuare uno screening in un’età
compresa tra 55 e 60 anni.
CI SONO CONTROINDICAZIONI NEL SOTTOPORSI AL TEST DI SREENING?
No,
nessuna controindicazione, si tratta semplicemente di rispondere a
qualche richiesta sia verbale che scritta che l’esaminatore porrà
al soggetto. Non ci sono farmaci o altri esami strumentali da
utilizzare.
QUANTO
TEMPO OCCORRE PER EFFETTUARE I TEST DI SCREENING?
Generalmente sono
sufficienti 30/35 minuti, previa raccolta accurata dei dati
anamnestici della persona.
A COSA SERVE LO SCREENING?
Lo screening serve per valutare la
presenza o meno di una forma patologica di funzionamento cognitivo.
I test utilizzati sono strumenti “grossolani” che non consentono
un’indagine approfondita sull’attività del dominio deficitario,
ma permettono di valutare quando un circuito funziona “male”
rispetto all’età ed alle condizioni generali del paziente.
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